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Michele Manganelli è nato a Siena nel 1969, dove ha compiuto gli studi umanistici e musi­cali conseguendo prima la Maturità scientifica e poi il diploma in Pianoforte presso l'Istituto musicale «R. Franci» di Siena, sotto la guida di Annamaria Mari, nell'anno 1992.
Dal 1989/90 studente Ordinario del Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma, ha studiato Canto Gre­goriano con il Padre Bonifacio Baroffio, Ar­monia contrappunto e fuga con il M0 Italo Bian­chi, Direzione corale con il M0 Domenico Bar­tolucci e con il M0 Walter Marzilli, Organo con il M0 Giancarlo Parodi, Composizione con il M0 Domenico Bartolucci.
Nei mesi di giugno e luglio 1997 ha conseguito il grado accademico finale di Magistero in Direzione Corale, Orga­no e Composizione, mentre sta completando la tesi per il Canto Gregoriano. Nel 1986 ha fon­dato la Corale 5.
Niccolò di Radda in Chianti di cui è direttore. Dal 1993/94 è insegnante di Canto Gregoriano, Pianoforte e Organo nel Se­minario Vescovile di Fiesole.
Nominato Orga­nista titolare della Cattedrale di Fiesole nel di­cembre 1995, si dedica sia all'attività didattica che a quella concertistica come Organista e co­me Direttore di Coro.

La Musica nel Chianti - Cantoria - a cura di Michele Manganelli [ Edizioni FEERIA © luglio 2000 ]

 

Il Cantofratto (clicca per i dettagli)

Alla vigilia del VI Convegno sul Canto Fratto a Radda in Chianti, è giunta l'ora di fare un bilancio di questa iniziativa che nel silenzio si è fatta spazio in questi ultimi anni rneritando attenzione e plauso. Stiamo attraversando un momento critico per la cultura, in Italia e in tutta l'Europa. Crisi profonda che investe la coscienza dell'identità di intere nazioni ed etnie. Nella vita quotidiana questa crisi lirnita e soffoca iniziative che, al contrario, dovrebbero essere promosse. In Germania, per fare un solo esempio, e iniziam nell' '800 e si è consolidata nel secolo scorso la moderna disciplina musicologica. In questi mesi, purtroppo, si stanno chiudendo importanti istituti universitari. In tale orizzonte fosco e per nulla entusiasmante, Radda - è il caso di dirlo senza mezzi termini - s'impone alla considerazione di quanti hanno a cuore la ricerca storica e la vita musicale. Per due motivi principali che è bene evidenziare: uno di ordine socio-geografico, il secondo di carattere antropologico-personale.

Il processo di urbanizzazione selvaggia degli ultimi decenni è la conseguenza - e insieme anche la premessa per ulteriori sviluppi negativi - di un'opinione dilagante e dominante. Si pensa generalmente che i grandi centri siano i luoghi privilegiati e quelli più adatti per il lavoro e ogni altra attività. Non sto a negare, certamente, l'utilitå di istituzioni quali, ad esempio, le sedi delle Biblioteche Nazionali in Italia, dislocate in grandi città. Radda, con il suo ridotto nucleo di cittadini, ribalta però la concezione comune dell'impegno culturale. Non ci sono, ad esempio, i mezzi di una metropoli, ma di questa a Radda non si trovano né la confusione né la perdita di tempo negli spostamenti né tanti altri impedimenti che rendono diflicile e talora impossibile un'attivià culturale con appuntamenti costanti nel tempo.Altra considerazione: centro minore, Radda non può permettersi di disperdere le energie in tante iniziative che intasano le grandi città con "eventi" inutili e cbiassosi. E qui la riconoscenza va all'amministrazione comunale e agli altri enti che da anni appoggiano i Convegni con un cosmnte sostegno di ordine economico e soprattutto morale, quello che più Conta perché è segno di un coinvolgimento convinto e responsabile.

Il secondo punto, indubbiamente più importante e decisivo: l'aspetto personale. I Convegni di Radda in Chianti sono il frutto delle conoscenze base di un giovane musicista che ama la musica e la sua têrtâ natale. Professionalità artistica e sensibilità umana (di fragranza toscana, come il vino di quelle terre) sono le coordinate nelle quali Michele Manganelli ha ricondotto con tenacia e man mano precisato i moti della sua intelligenza e della sua fantasia. Il tutto condito da una sana curiosità e da un vivo entusiasrno. Molte persone con maggiori, talora enormi possibilita - singoli privati e funzionari pubblici statali ed ecclesiastici - non realizzano nulla perché sono corrose dal tarlo dell'invidia, paralizzate dalla paura che fiigge dalle responsabilità, rese sterili e irnproduttive dal trascinarsi stanco e annoiato tanto difiuso negli apparati burocratici.

Quanto luogo un delizioso (Radda) e una persona intelligente e tenace (Manganelli) possano realizzare, è solo in parte ritlesso nelle pagine di questa pubblicazione. L'itinera.rio dei Convegni di Radda si evidenzia nello scorrere la mappa dei programmi dei singoli incontri. Si spazia dall'alto Medioevo all'epoca moderna, intorno a Radda l'onda del Canto Fratto si espande a cerchi concentrici che si allontanano fino a toccare la Francia e lambire le acque diArnsterdam, Prima del 1999 nell'ambiente musicologico il Canto Fratto era semplicemente un Cnmzude, oggetto poche volte di qualche accenno marginale, ma perlopiù ignorato. Manganelli, tra l'altro anche bibliofilo dal fiuto sottile, aveva recuperato e continua a raccogliere brandelli, frammenti, codici e libri antichi. Tra questi ci sono interessanti testimonianze di Canto Fratto e il nostro Michele non si è accontentato di accumulare cose vecchie. Si è posto a un certo momento alcune domande: che cos'è tutta questa roba? Come mai tante fonti hanno questo canto che non è gregoriano ancorché i testi siano quelli della liturgia? Queste e altre questioni non avevano una risposta né immediata né chiara, ma sono alcuni elementi che hanno indotto ad avviare la ricerca sul Canto Fratto e ad organizzare i Convegni dove promuovere lo studio, la discussione, il confronto tra le acquisizioni e le prospettive di ulteriori investigazioni.

Nel frattempo la musicologia ufliciale si è svegliata. Ne dà atto il convegno di alcuni giorni tenuto a Parma e ad Arezzo. Un progetto di ricerca intetuniversitaria (Raphael), coordinato da Marco Gozzi, da un paio di anni sta coinvolgendo ricercatori in tutta la Penisola. Radda continua ad essere un punto di riferimento, una scadenza preziosa che periodicamente permette di conoscere la situazione degli studi, approfondire le nuove scoperte, raddrizzare eventualmente il tiro della ricerca, raffinare le metodologie e i criteri di analisi.

Questo volume di Atti non raccoglie tutto` ciò che è stato detto e proposto negli ann.i passati a Radda in Chianti. E una tappa che si rivolge al passato prima di riprendere il cai-nmino con maggior cognizione e convinzione. Nella convinzione che siamo soltanto all'inizio di una lu.nga avventura: la riscoperta delle melodie tratte nell'a.mpio scenario della cultura musicale europea e il loro recupero nel canto.

Giacomo Baroffio

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Il Cantofratto II VOLUME (clicca per i dettagli)

Questo secondo volume di Atti raccoglie alcuni contributi sul Canto Fratto che riflettono le relazioni tenute negli anni 2005 e 2008, nell VI, VII, VIII e IX convegno di Radda in Chianti.

Quello che ormai per dieci anni è divenuto un appuntamento autunnale, si configura come un momento opportuno d’incontro tra giovani ed anziani musicologi, liturgisti e cantori interessati alla storia della liturgia e del canto liturgico cristiano. Tutti desiderosi di imparare gli uni dagli altri. Con il mettere in comune, in grande libertà, le ultime acquisizioni nella ricerca. Con il proporre sul piano vocale la realizzazione di molte melodie a una o più voci, sottratte al silenzio dell’oblio. Con l’individuare nuove metodologie di studio e di analisi per far uscire allo scoperto un diffusissimo repertorio che rischia di rimanere sommerso nel limbo della produzione grigia.

Appuntamento musicale, quello di Radda, dove si crea e si rinsalda un vincolo di collaborazione che, nel suo piccolo (per il numero dei partecipanti e per la materia trattata) permette di rivivere esperienze analoghe di maggior respiro, quali le giornate di Kopenhagen che hanno segnato la storia della fisica moderna. Sottovoce e senza pretese, Radda tenta di ricuperare alla coscienza della storiografia musicologica ed ecclesiale il capitolo Canto Fratto che ha avuto particolari momenti di attenzione negli stessi incontri in terra di Chianti e nel convegno di Parma –Arezzo. Senza dimentica le ricerche promosse nell’ambito del progetto Raphael e l’esplicito riferimento nei due relativi siti. Al lettore delle pagine che seguono va la simpatia degli organizzatori che con gratitudine pensano all’aiuto fattivo elargito dal Comune di Radda in Chianti, dal Monte de’ Paschi di Siena, dai membri del coro S. Niccolò.

Giacomo Baroffio

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